La storia di Meschio

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Quaresima 2007

DOMENICA I DI QUARESIMA ANNO C

“MESCHIO TERRA DI MARIA”

Quest’anno, durante la Quaresima, ci viene proposta una presentazione storico-religiosa delle motivazioni che hanno spinto i nostri padri a scegliere come Patrona della nostra comunità Maria, invocata come Madre della Divina Provvidenza.

Iniziamo questo cammino sicuri di incontrare l’adesione e il gradimento delle famiglie da sempre residenti a Meschio, ma ancor più delle nuove famiglie entrate a far parte di questa comunità.

Dagli archivi della Curia diocesana e della nostra Parrocchia pervengono queste notizie: a Meschio (dove sorge la chiesa attuale) molto prima del 1300 esisteva una cappella dipendente dal Capitolo della Cattedrale di Ceneda, dedicata al Mistero dell’Annunciazione di Maria.

Essa doveva essere pressappoco un semplice oratorio di campagna, costruito sulla sponda del fiume e in mezzo a un bosco probabilmente di roveri. Quest’ultimo particolare spiega il motivo per cui il titolo ufficiale della chiesetta era “Santa Maria in Silvis”.

Nel 1313 il Capitolo della Cattedrale cedette alla locale scuola dei “Battuti” i diritti di proprietà sulla Cappella di Meschio.

Si chiamavano “Battuti” i membri di una confraternita religiosa dediti a opere di carità, di promozione umana, all’esercizio delle opere di misericordia spirituali e corporali, alla preghiera e alla penitenza anche pubblica, soprattutto durante la Quaresima.

In occasione di gravi calamità e guerre fratricide, per implorare da Dio, attraverso l’intercessione di Maria, la conversione dei cuori e il dolore dei peccati.

Dopo il Mille quella dei Battuti fu una delle confraternite più influenti nella vita sociale del tempo e maggiormente diffuse in Italia e in Europa.

I Battuti in quel periodo prestavano opera di assistenza ai pellegrini di passaggio accogliendoli in un ospizio situato vicino alla chiesa, più o meno dove si trova ancora l’edificio della ex casa di ricovero.

E’ da ricordare che fin dalle origini la devozione a Maria determinò la costruzione e i successivi ampliamenti della chiesa di Meschio, intorno alla quale, nel corso dei secoli venne a formarsi, venne a formarsi e a consolidarsi una consistente comunità.

La Confraternita dei Battuti favorì questo sviluppo con le sue benefiche istituzioni: è da sottolineare il particolare culto e affidamento a Maria da parte della confraternita.

DOMENICA II DI QUARESIMA ANNO C

“MESCHIO TERRA DI MARIA”

Non possiamo dimenticare che i Battuti sono anche benemeriti nel campo dell’arte favorendo la realizzazione di affreschi e dipinti che rappresentano le pagine più importanti della Sacra Scrittura e sempre in funzione di aiuto, di promozione, di istruzione religiosa per le classi più umili (Biblia Pauperum).

In questo contesto, all’inizio del ‘500 la chiesa di Meschio si arricchisce del dipinto dell’Annunciazione, capolavoro del pittore bergamasco Andrea Previtali: si tratta della pala che ancora oggi dall’altare maggiore accoglie chi entra in chiesa ispirando serenità, fede, abbandono.

Nel 1810, per decreto napoleonico, come altre congregazioni religiose, anche la Confraternita dei Battuti venne soppressa; ciò nonostante gli abitanti di Meschio non persero la fiducia nella protezione di Maria.

Infatti nel 1813 nacque la congregazione dei Devoti di Maria Santissima invocata sotto il titolo di Madre della Divina Provvidenza: in quel periodo era vescovo della Diocesi di Ceneda Giambenedetto Falier, detto “Padre dei poveri”.

Fin da allora, la terza domenica di maggio, si continua a celebrare con grande solennità la festa in onore della Madonna della Provvidenza, nostra Patrona.

Nel messale mariano della CEI del 1987 tra i 46 titoli riconosciuti a Maria apparve anche, come quarantesimo, quello di Maria Vergine, Madre della Divina Provvidenza; nell’introduzione alla Messa troviamo queste note:

Nel 1744 Benedetto XIV († 1758) concesse alla Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti) una messa della beata Vergine Maria, “madre della Divina Provvidenza”, venerata a Roma nella Chiesa di San Carlo detta “Ai Catinari”.

La beata Vergine è chiamata “madre della divina Provvidenza”, perchè da Dio ci è stata data come premurosa madre, che ci procura con la sua intercessione i beni del cielo. Come Dio non può dimenticarsi del suo popolo e che proprio come una madre lo consola, così la Madonna ha compassione di noi, intercede per noi, ci soccorre nelle nostre necessità, ci ricolma di consolazione.

Un quadro di Scipione da Gaeta (1550 – 1597). con l’effige della Madonna della Divina Provvidenza si trova nella chiesa di San Carlo ai Catinari; qui l’hanno potuto ammirare alcuni nostri parrocchiani in occasione di un viaggio a Roma. Proprio in quell’occasione i fedeli di Meschio hanno potuto fare esperienza dell’importanza e della diffusione del culto a Maria sotto questo titolo: molte copie del dipinto dei Catinari si trovano infatti in centinaia di chiese in Italia e nel mondo.

Nel 1869 fu eretta la cappella in onore della Madonna della Provvidenza: sopra l’altare tutto in marmo di Carrara, fu collocata la dolce immagine di Maria in atteggiamento orante dipinta su una piccola tela di autore sconosciuto, ma sicuramente ispirato.

DOMENICA III DI QUARESIMA ANNO C

“MESCHIO TERRA DI MARIA”

La borgata del Meschio divenne finalmente Curazia nel 1844 con decreto del vescovo Bernardo Squarcina.

Oltre alla intitolazione Santa Maria Annunziata e all’affidamento come patrona a Maria Madre della Divina Provvidenza, nella Chiesa Curaziale di Meschio, nel 1863 fu istituita dal vescovo Manfredo Bellati la Confraternita del Sacro ed Immacolato Cuore di Maria per la conversione dei peccatori. Fin dal 12 gennaio 1864 detta Confraternita era già aggregata all’associazione madre esistente nel tempio della Beata Vergine delle Vittorie in Parigi, tuttora attiva e in continua espansione

Dopo una serie di curati secolari, a reggere la Curazia, furono incaricati, nel 1899, i Padri Camilliani con lo scopo di esercitare la cura d’anime e l’assistenza religiosa dei vecchi, ospiti della casa di riposo . Non dobbiamo dimenticare infatti che l’antico Ospizio dei Battuti si era nel frattempo trasformato nella casa di riposo, questa importante istituzione sociale era stata in precedenza sostenuta dalla generosità di tanti benefattori e specialmente dal vescovo Gian Benedetto Falier.

Ai Padri Camilliani va anche il merito di aver portato a termine in breve tempo importanti lavori di restauro alla chiesa che venne elevata ed abbellita; sulla facciata fu aperto il rosone che ebbe una pregevole vetrata a colori raffigurante l’Annunciazione.

La chiesa fu nuovamente consacrata da mons. Anastasio Rossi Arcivescovo di Udine, nel 1913, primo centenario dell’istituzione della confraternita della Madonna della Provvidenza. In quell’occasione fu ristampato il testo di una Novena in onore di Maria Santissima, , approvata dal vescovo Manfredo Bellati nel 1864.

Questa inizia con questo avvertimento:

Questa novena la puoi fare, o divoto Lettore, in apparecchio alla festa di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza, che si celebra la terza Domenica di Maggio ed anche ne’ tempi delle comuni e particolari tue tribolazioni, e vedrai quanto è liberale Maria Santissima nel dispensar le grazie a quelli che la invocano sotto questo titolo, che spiega mirabilmente i caratteri del misericordioso suo Cuore

I Camilliani lasciarono Meschio nel 1924 e così la Curazia fu nuovamente affidata al clero secolare, fino al 1936 quando, durante l’episcopato dell’indimenticabile vescovo Eugenio Beccegato, dopo lunghe e difficili trattative con la pubblicazione della bolla canonica Meschio divenne parrocchia.

Il vescovo Giuseppe Zaffonato, animatore instancabile si prodigò al risanamento morale e religioso della popolazione ancora sconvolta per le sofferenze causate dalla guerra, e a tal fine volle che nella parrocchia di Meschio , uno dei quartieri più popolosi e vivaci della città, venisse costruito un oratorio per la gioventù.

Il 5 agosto 1951 si diede inizio, in forma ufficiale, ai lavori per la costruzione dell’oratorio che sarà dedicato alla Madonna della Provvidenza.

Il vescovo, benedì la prima pietra nella quale venne murata una pergamena ricordo con la seguente iscrizione:

“V agosto MCMLI – Voluto – dalla concordia unanime della parrocchia di Meschio – consacrato – dall’entusiasmo, dalla fede, dal sacrificio – l’Oratorio della Gioventù vede oggi la luce – per la posa della sua prima pietra – fatta da S. E. Mons. Giuseppe Zaffonato Vescovo – essendo parroco Don Ottorino Dal Molin – Auspice la Vergine della Provvidenza – Vivat – crescat - floreat”.

DOMENICA IV DI QUARESIMA ANNO C

“MESCHIO TERRA DI MARIA”

Il Cammino della comunità parrocchiale si è evoluto nel tempo adattandosi alle diverse circostanze e situazioni.

E’ importante tuttavia mantenere viva la tradizione della fede cristiana e ricordare le radici della nostra comunità: essa si è sviluppata, come abbiamo ricordato nella nostra breve ricostruzione storica, intorno alla chiesa, dove da secoli tutto invita alla devozione alla Madonna e alla Casa di Ricovero (anticamente ospizio per i pellegrini) dove questa devozione secondo lo spirito del Vangelo, si è manifestata nell’amore fattivo e concreto verso il prossimo bisognoso.

In questo senso è giusto ricordare con riconoscenza i tanti vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e la moltitudine dei fedeli laici che hanno trasmesso la fede e l’amore nella successione delle generazioni.

Pregheremo per loro, nello spazio riservato della preghiera Eucaristica all’intercessione dei fedele defunti nella Messa Solenne della festa parrocchiale.

PERCHE’ FARE FESTA

Di solito le feste del Patrono sono un momento che unifica la comunità, al di là delle idee, delle classi e della condizione sociale e un momento in cui si saldano insieme la dimensione religiosa e quella profana della popolazione. Spesso però la Festa del Santo Patrono è diventata occasione di svago e della dimensione religiosa di un tempo è rimasto ben poco.

E’ necessario che i cristiani non si adeguino a questo stile: essi sono chiamati a restituire alla festa patronale l’anima religiosa, basata su alcuni principi:

    1. Riscoprire la conoscenza del Santo Patrono lasciandosi interpellare dal suo esempio e dai suoi insegnamenti.

    2. Vivere la festa come occasione di verifica sulla comunitarietà.

    3. Nel giorno della festa tutti devono sentirsi accolti e trovarsi tra amici.

    4. Attualizzare uno stile di condivisione eliminando le spese superflue e trovando gesti di solidarietà nell’ambito della festa.

Il prossimo 20 maggio, terza domenica del mese, ricorre la festa della nostra Patrona, Maria Madre della Divina Provvidenza.

Per prepararci meglio abbiamo cercato in queste domeniche di Quaresima di conoscere la storia della nostra devozione alla Madonna.

Anche quest’anno viene organizzato un pranzo comunitario aperto a tutti, momento conviviale per facilitare uno scambio di conoscenza e amicizia. Si svolgono anche attività di intrattenimento per la gioia di piccoli e grandi.

Viene pure allestito il mercatino “lavori delle nostre mani” finalizzato a progetti di sostegno alle missioni nei paesi del terzo mondo.

Viene qui riportata la Preghiera scritta nel 1983 in occasione del 170° anniversario della Patrona: la recita quotidiana di questa coinvolgente preghiera, ci prepari ad onorare e festeggiare con gioia la nostra Madre.

O Vergine Santa, Madre della Divina Provvidenza, accogli la supplica che umilmente Ti rivolgiamo, animati dalla stessa fede dei padri.

Ti preghiamo innanzitutto per le nostre famiglie: fà che crescano nella concordia e nella unità; fà che giovani, adulti e anziani ritrovino la gioia di vivere insieme; e non dimenticare, o Maria, le tante terribili insidie da cui è minacciata la vita dei nostri figli; soccorrili con la tua potenza e salvali.

Aiutaci, o Vergine fedele, ad esser aperti come Te all’azione dello Spirito perchè viviamo generosamente il nostro servizio nella Comunità cristiana secondo il dono che ci è stato dato

Ti preghiamo infine, o Madre misericordiosa e provvida: fà che siano sconfitte nel mondo la violenza e la fame; fà che tornino in tutti la fiducia e la gioia di vivere, e sorga così un’era di pace in cui ogni uomo riconosca la Tua provvidenziale presenza nella storia.

Amen

VERSIONI STAMPABILI

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