La Parrocchia
Storia della Parrocchia
La Bolla di erezione canonica della parrocchia porta la data del 22 Febbraio 1936 e venne letta ufficialmente da Mons. Francesco Bellè cancelliere vescovile, la domenica delle palme di quell'anno, durante la funzione di apertura delle "quaranta ore". Ecco il testo integrale del Manifesto pubblicato per annunciare l'erezione della Parrocchia:
**********
S. MARIA DEL MESCHIO
VITTORIO VENETO
Pieni l’animo di gaudio ci affrettiamo a comunicarvi la lieta notizia che or ora abbiamo ricevuta. Quello che cent’anni fa era desiderio vivissimo dei buoni, quello che è stato oggetto per un secolo intero di ricerca del modo e della forma da parte di pii Sacerdoti e di ferventi laici, il Signore ha riservato a noi di condurre a termine le lunghe pratiche e di vedere effettuato:
LA NOSTRA CHIESA ERETTA A PARROCCHIA
Senza dubbio tale notizia deve arrivare a ciascun fedele e a ciascuna famiglia di Meschio di vero gradimento e giudicarlo un dono della Paterna benevolenza di S. Ecc. Mons. Vescovo, che ci ha elargito in questo anno giubilare di Suo Sacerdozio.
Tale avvenimento richiederebbe una solennità anche esterna, che concorresse a farlo sentire e gustare anche agli indifferenti e agli apatici, ma le circostanze attuali di gloria e di sacrificio non ci consigliano che una festa interna nella nostra Chiesa.
Perciò Domenica prossima, all’apertura delle Quarantore, celebrerà il Rev.mo Cancelliere Vescovile, Mons. Bellè, delegato da S. Ecc. Mons. Vescovo a leggere la Bolla di Erezione Canonica e darne così ufficiale comunicazione.
In questi giorni di gioiosa attesa suoneranno a festa le nostre campane; ci aspettiamo domenica un concorso straordinario e segnerà per la nostra Chiesa una data memoranda.
20 Febbraio 1936 - XIV.
LA FABBRICERIA
**********
Si trattò in pratica di una formalità giuridica, sia pure necessaria ed importante, perché di fatto la parrocchia, nelle sue strutture essenziali, esisteva già da tempo.
A tale proposito non si può fare a meno di ricordare il "circolo cattolico Pier Giorgio Frassati" che annoverava più di cento iscritti ed era stato fondato l'8 dicembre 1927. Questi giovani educati ad ideali di vita cristiana e di apostolato, erano assidui a determinate pratiche di pietà in comune: si dedicavano all'insegnamento del catechismo e al servizio di canto in chiesa, si facevano promotori di attività benefiche, ricreative, ecc... Per qualche tempo allestirono la loro sede in alcuni locali ad affitto in via Mezzavilla, ora via Celante.
Quando il Fascismo, come molti ricordano, intraprese la lotta contro l'Azione Cattolica, essi erano particolarmente indiziati; presi di mira durante alcuni tristi episodi di violenza architettati dal regime, non si lasciarono intimorire, ma si fecero anzi rispettare per il loro comportamento dignitoso e dirittura morale.
Anche la scuola di canto, già da tempo istituita, raggiunse a poco a poco un notevole grado di preparazione efficienza. Allo scopo di incrementarla e sostenerla ancora di più, nel 1930 circa, fu comperato da una chiesa del vicentino il pregevole organo De Lorenzi che si trova ora a destra dell'altare maggiore. Il comm. Franco Marinotti offrì la somma necessaria per l'acquisto.
I Parroci della Parrocchia
1936 - 1943 -> Balasso don Luigi
1943 - 1950 -> Lucchetta don Romani
1950 - 1957 -> Dal Molin don Ottorino
1957 - 1961 -> Coan don Eliseo
1961 - 1987 -> Favero don Vittorino
1987 - 1998 -> Sant don Adriano
1998 - 2009 -> Camilotto don Pier Giorgio
2009 - 2018 -> Gava don Federico
2018 - oggi -> Zanin don Silvano
Il territorio della Parrocchia
Fino all'anno 1998 la Parrocchia di Meschio comprendeva anche le Vie Buozzi, Grandi, Di Vittorio, D'Azeglio, Verga, Manzoni, De Amicis, Del Lazzaretto, Pascoli e Pirandello, anche se alcune famiglie abitanti in queste vie gravitavano verso la Parrocchia di Costa.
Su indicazione ed espressa volontà del Vescovo, mons. Alfredo Magarotto, venne portata una profonda modifica per equilibrare la sua estensione rispetto alla parrocchia di Costa. Così i confini verso Costa vennero retrocessi da Via Grandi e Via del Lazzaretto a Via Zanette e Via De Nadai, di cui c'era solo il tracciato. Tuttavia, con il consenso del Vescovo, 180 famiglie, oltre questo confine, continuano a far parte della Parrocchia di Meschio, sentendosi profondamente radicate in questa comunità.
L'attuale territorio parrocchiale è diviso in 6 zone: due a est, due al centro e due a ovest, e è così delimitato: a Nord da via Venanzio Fortunato e Via XXIV Maggio, a Sud da Via del Gelsolino e Via Bixio, a Est da Via Zanette e Via De Nadai, a Ovest da Via Galilei e Via Buonarroti. L'asse portante è il corso del Meschio.
Con i nuovi insediamenti la parrocchia conta 1.500 nuclei famigliari e circa 4.000 abitanti.
Visualizza Confini della Parrocchia di Meschio in una mappa di dimensioni maggiori
Siti religiosi della Parrocchia di Meschio
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata in Meschio
Sulla sponda destra del Meschio, in mezzo a un bosco di roveri, già prima del 1300, esisteva una chiesetta dedicata alla Madonna e intitolata "Sancta Maria in silvis". Ceduta nel 1313 dal Capitolo della Cattedrale alla locale confraternita dei Battuti, fu consacrata nel 1352 dal Vescovo di Ceneda Gualberto d’Orgoglio. Verso il 1550 fu praticamente ricostruita e poco dopo fu costruito anche il bel campanile. Tra il 1859 e il 1867 la chiesa venne ampliata con l’aggiunta delle due navate laterali e delle due cappelle. Dopo altri interventi sulla facciata, sulla quale fu aperto il rosone raffigurante l’Annunciazione del Previtali e l’elevazione del soffitto della navata centrale, fu di nuovo consacrata nel 1913. Oggi la chiesa porta il titolo di Santa Maria Annunziata in Meschio.
Altare principale con la pala del Previtali
Agli inizi del 1500 la chiesa di Meschio riceve la stupenda Annunciazione del Previtali subito considerata un prezioso tesoro tanto che per darle una degna cornice fu più tardi scolpita la bellissima ancona in pietra e marmo in cui ora è inserita. Questa pala è il capolavoro del Previtali, pittore bergamasco discepolo del Bellini e fu dipinta tra il 1504 e il 1514. Di fronte ad essa si resta ammirati per la sua bellezza artistica, ma anche coinvolti dalla spiritualità religiosa che invita alla preghiera.
Cappella del Sacro cuore
La cappella del sacro Cuore si trova in fondo alla navata laterale sinistra della chiesa e non si sa quando di preciso fu eretta. Si sa invece che la sua inaugurazione ebbe luogo nel 1960.
E' un altare settecentesco restaurato da A. Zanette, sopra il quale è posta la statua del Sacro Cuore di Giuseppe Giordani. La cappella è stata affrescata nel 1959-60 da G. Modolo che ha rappresentato ai lati dell’altare e nel riquadro della volta, degli angeli recanti i simboli della Passione: sulle pareti laterali, a destra l’apparizione del Sacro Cuore a Maria Margherita Alacoque, a sinistra i Cuori Immacolati di Maria e di Gesù e nella lunetta i Figliuol prodigo.Sotto gli angeli, a lato dell’altare, vi sono a sinistra lo stemma del Papa Giovanni XXIII e a destra quello del Vescovo Albino Luciani.
Cappella della Madonna della Provvidenza
Si trova in fondo alla navata laterale destra della chiesa.
Eretta nel 1869 in onore della Madonna della Divina Provvidenza, presenta sopra l’altare, costruito in marmo di Carrara da Arcangelo Zanette nel 1874-75, la dolce immagine della Madonna, di autore ignoto, ma di nobile fattura. Nel 1955 il quadretto della Madonna fu inserito in una grande cornice esterna di bronzo e rame racchiudente una cornice interna più piccola in argento dorato, realizzate con oro, argento e offerte dei fedeli dall’orafo trevigiano Domenico "Memi" Gasperini.La decorazione è completata da pitture ad affresco ed encausto di Giuseppe Modolo, degli anni’50 del secolo scorso e raffiguranti, a destra dell’altare Gesù che dice “guardate i gigli del campo…gli uccelli dell’aria” e a sinistra Maria alle nozze di Cana che dice ai servi “fate quello che Egli vi dirà”. Sul soffitto vi sono due angeli con il monogramma della Madonna ed altri due sono ai lati dell’altare.Nella lunetta è raffigurata Ester che intercede per il suo popolo presso Assuero.
Capitello di Via Lungomeschio
È un oratorio eretto nel 1845 in onore della Madonna del Buon Consiglio dal signor Giacomo Santuz, proprietario del locale mulino ceduto poi alla famiglia Bruni. Il capitello fu costruito per implorare la protezione della Vergine dalle inondazioni e ringraziala dei salvataggi di alcune persone cadute nel Meschio. In epoca successiva fu ristrutturato e l’originale dipinto, rovinato dal tempo, fu sostituito con una tela raffigurante la Sacra Famiglia protetta da un angelo.
Capitello alla confluenza di Via Oberdan su Via Dante
Alla confluenza di Via Oberdan in Via Dante, di fronte alla profumeria Desideri, troviamo un bel capitello marmoreo che racchiude un antico crocifisso, espressione della viva pietà popolare verso il simbolo più eloquente dell’amore di Cristo per l’umanità peccatrice.
Nicchia di Via dei Furlani
Al n° civico 18 di Via dei Furlani, di fronte al Borgo Sciavin, in una nicchia inserita nel muro fin dalla costruzione della abitazione, è rappresentata Maria Santissima con il bambino Gesù. Davanti a questa immagine, dedicata alla Madonna della Divina Provvidenza, sostavano i molti pellegrini che dalla "bassa" erano diretti al santuario di S. Augusta.
La Madonna della Divina Provvidenza e le altre festività della Parrocchia
Dopo la Rivoluzione Francese e l’epoca napoleonica, gli abitanti della borgata di Meschio hanno reagito, si direbbe, alla tristezza dei tempi con un crescente fervore religioso che si è manifestato in particolare con un accentuarsi della devozione alla Madonna.
Nel 1813 infatti, nacque la congregazione dei devoti di Maria SS. ma invocata sotto il titolo di Madre della Divina Provvidenza.
Non solo: cinquant’anni più tardi e cioè il 10 dicembre del 1863, il vescovo Manfredo nob. Bellati con suo decreto istituì canonicamente la Confraternita del Sacro ed Immacolato Cuore di Maria per la conversione dei peccatori. Con circolare del 1° marzo 1864 così egli si esprimeva: « Vi annunziamo, o dilettissimi figli, che nella chiesa curaziale di S. Maria di Meschio vi abbiamo eretto un trono di misericordia, un fonte di grazie celestiali, un rifugio per evitare l’eterna rovina di tante anime... Vi avvertiamo che la mattina del 1° maggio p. v. inaugureremo noi stessi questa pia e santa istituzione e frattanto vi esortiamo, o dilettissimi figli, ad ascrivervi in precedenza alla Pia Confraternita, presentandosi al Rev. Curato della Chiesa che ne è il Direttore... ». Fin dal 12 gennaio 1864 detta Confraternita era già aggregata all’associazione madre esistente nel tempio della Beata Vergine delle Vittorie in Parigi.
Da allora anche ai giorni nostri, la terza domenica di maggio, si continua a celebrare con grande solennità e concorso di popolo, la festa in onore della Madonna della Provvidenza.
Ecco il testo integrale del decreto:
Non si sa come da Roma, e precisamente dalla Chiesa di San Carlo ai Catinari dove si trova la prima Cappella dedicata alla Madonna con questo titolo, questa devozione sia passata a Meschio e perché da noi venga festeggiata la terza domenica di Maggio. Comunque è una devozione ben radicata al punto da mettere in secondo piano la festa dell’Annunciazione che pur dà il titolo alla parrocchia.
E' riportato il testo, dalla Gazzetta Ufficiale di Venezia, dell'anno 1863 scritto in occasione del 50° anniversario dell'istituzione della Festa della Madonna della Provvidenza.
Ecco invece l'invito sacro alle funzioni per il cinquantesimo anniversario dell'istituzione della Festa della Madonna della Provvidenza (documento del 30 Aprile 1863).
Nel 1869 fu eretta la cappella in onore della Madonna della Provvidenza: sopra l’altare tutto in marmo di Carrara fu collocata l’effigie di Maria SS.ma dipinta su una piccola tela che non si sa da dove provenga: l’autore del quadretto è sconosciuto ma doveva essere di certo un valente artista.
Il pellegrinaggio al Colle di San Paolo è legato a un voto fatto dai nostri padri per implorare la benedizione sul lavoro dei campi ed essere preservati dal terremoto e dalle malattie. Si effettua ogni anno il 25 Aprile.
Sempre per implorare il dono della salute del corpo e dello spirito, si usa salire in Novembre alla Chiesetta della Madonna della salute sopra Costa.
Recente e dovuta a Don Vittorino Favero e l’usanza della processione con la statua dell’Immacolata per le vie vicine alla Chiesa nel pomeriggio dell’8 dicembre. Questa processione ha assunto presto una dimensione interparrocchiale.
Ogni primo giovedì del mese si tiene l'Adorazione Eucaristica Mensile.
Nei mesi di maggio e di ottobre ogni sera in chiesa viene recitato il Rosario.
I segni di devozione popolare lungo le vie della Parrocchia
Capitelli, nicchie, cippi incastonati lungo le vie della Parrocchia sono il segno delle devozioni dei nostri padri alla Madonna, al Crocifisso e a Sant’Antonio di Padova.
Tra tutte le devozioni spicca quella alla Madonna documentata da ben 8 siti in cui è raffigurata in varie forme e strutture.
In Via Lungo Meschio incontriamo l’Oratorio dedicato alla Madonna del Buon Consiglio e costruito dal sig. Giacomo Santuz nel 1845.
In Via dei Furlani al n° civico 18 si trova in una nicchia sul muro di casa prospiciente il Borgo Sciavin l’affresco rappresentante la Madonna con il bambino Gesù. La nicchia è dedicata alla Madonna della Divina Provvidenza.
Nel sottopassaggio tra Via Oberdan e Via Dante interno 226 in una graziosa nicchia c’è una bella statuetta della Madonna di Lourdes.
In Via del Gelsolino, di fronte alla Cadoro sulla casa d’angolo con Via Rosolen in una bella nicchia c’è una stampa raffigurante la Madonna del Ferruzzi che sostituisce un’altra raffigurazione della Madonna dedicata a Maria Madre della Divina Provvidenza.
In Via De Marchi al N° civico 68 si trova un medaglione in pietra con un rilievo raffigurante la Madonna con il bambino e un angelo.
Nelle adiacenze del n° civico 117 di Via Scossore all’interno di un cortile sulla parete di una vecchia casa ora ristrutturata, si trova un capitello che presenta un notevole affresco raffigurante una Madonna con i santi, purtroppo danneggiato dal tempo e dalle intemperie.
In Via De Min all’interno di un vecchio fabbricato, già proprietà della famiglia Fabris in una nicchia si trova una bella statua della Madonna di Lourdes, risalente al 1880 e messa per implorare dalla Vergine la fine della peste che allora infuriava anche nella contrada di Meschio.
Infine in Via Oberdan nel cortile della Distilleria De Negri c’è un capitello risalente al secolo XIX con una immagine della Madonna scolpita in pietra.
Un’altra devozione è quella al Crocifisso documentata da due siti:
In Via Scossore sulla facciata del fabbricato N° 52, sede della vecchia osteria "Le Matane" sopra la porta d’entrata c’e una piccola nicchia dove e collocato un antico crocifisso.
L’altro bel crocifisso si trova alla confluenza di Via Oberdan con Via Dante, di fronte alla Profumeria Desideri. Il crocifisso e inserito in un bel capitello monumentale munito di una grata di protezione in ferro.
La terza devozione e quella a Sant’Antonio di Padova.
In Via Boni lungo la recinzione della prima abitazione sul lato destro della strada si trova un cippo in pietra riccamente scolpito con una piccola nicchia contenente una statuetta di Sant’Antonio. L’opera sicuramente alquanto remota, fu eseguita da un certo Stefano Marsoni.
In Via De Marchi in prossimità di Via del Maniero c’è una piccola nicchia di costruzione non recente con all’interno un affresco di Sant’Antonio protetto da una cornice esterna e da una grata di buona fattura.
Infine in Via V.Fortunato su un tratto residuo di un vecchio muro, già recinzione del podere Wasserman e ora della caserma Gotti c’è una nicchia con stampa originale raffigurante il Santo di Padova.
Piazza Meschio
L'imponente edificio che si trova sul lato nord della piazza ospita la "Casa di Riposo" dell’Istituto “Cesana Malanotti”. Il suo aspetto attuale, dalla severa facciata decorata con medaglioni in stucco raffiguranti figure di Benefattori dell'Umanità, è frutto dei rifacimenti che, nel corso del XIX secolo e poi anche all’inizio del Novecento, hanno completamente sostituito la costruzione originaria. In questo luogo si trovava infatti l’“Ospizio per Pellegrini” della Confraternita dei Battuti, documentato nel 1356 ma probabilmente anteriore. Questa Confraternita si caratterizzava per l’esercizio di alcune pratiche penitenziali, la più “scenografica” delle quali era la processione pubblica in cui i confratelli si percuotevano con un fascio di cordicelle terminanti in nodi, detto “disciplina” o flagello, da cui deriva il loro stemma ed il nome, appunto, di “Battuti”, oppure “Disciplinanti” o “Flagellanti”. Tale Confraternita, particolarmente devota alla Vergine Maria, era un’organizzazione laica che, insieme ad altre congregazioni religiose ed alla beneficenza privata, costituiva allora l’unica forma di assistenza dei bisognosi. La sua attività era resa possibile dai contributi economici, anche in forma di lasciti e legati, degli stessi confratelli e dei privati. La Confraternita offriva ogni genere di aiuto ai poveri, vitto ed alloggio ai pellegrini o viandanti, cure agli ammalati o infermi, e quindi utilizzava la propria sede, all’occorrenza, come ricovero, ostello, ospedale, ospizio o lazzaretto. Oltre alla “cura materiale” dei bisognosi, i Battuti si occupavano anche di quella “spirituale”, ed infatti nelle loro sedi gli “ospedali” venivano affiancati da un luogo di culto, in questo caso dalla chiesa di Santa Maria.
L'ampia Piazza Meschio si è formata in seguito al trasferimento, nel 1853, dell'antico cimitero antistante la chiesa presso quello comunale di Ceneda, aperto dal 1836. Divenuta così la piazza più ampia di Vittorio, fu spesso utilizzata anche come campo sportivo, per giochi e gare di vario genere.
Essa deve il suo nome al fiume Meschio, che scorre sul retro della chiesa, il quale ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo ed industriale della zona.
L'Oratorio
Il vescovo Giuseppe Zaffonato animatore instancabile di ogni iniziativa promossa al risanamento morale e religioso della popolazione sconvolta e disorientata per tante vicende e sofferenze causate dall’ultima guerra, volle che nella parrocchia di Meschio, uno dei quartieri più popolosi ed effervescenti della città, venisse affrontato il problema della costruzione di un oratorio per la gioventù.
Lui stesso superò le prime grosse difficoltà economiche devolvendo a tale scopo la generosa offerta di un milione ottenuta dal conte G. Marzotto di Valdagno.
Così fu possibile acquistare, a poca distanza dalla chiesa, un’area di terreno di mq. 3168. Al tempo era parroco di Meschio don Ottorino Dal Molin.
Il 5 agosto 1951 si diede inizio in forma ufficiale, ai lavori per la costruzione dell’oratorio che sarà dedicato alla Madonna della Provvidenza. Il vescovo, dopo aver celebrato la messa del fanciullo, si recò processionalmente sul luogo prescelto: qui alla presenza delle autorità e di buona parte della popolazione di Meschio, benedì la prima pietra nella quale venne murata una pergamena ricordo.
Il testo della pergamena:
“V agosto MCMLI – Voluto – dalla concordia unanime della parrocchia di Meschio – consacrato – dall’entusiasmo, dalla fede, dal sacrificio – l’Oratorio della Gioventù vede oggi la luce – per la posa della sua prima pietra – fatta da S. E. Mons. Giuseppe Zaffonato Vescovo – essendo parroco Don Ottorino Dal Molin – Auspice la Vergine della Provvidenza – Vivat – crescat - floreat”.
Il progetto fu preparato dal geometra Gigi Dei Tos. L’impresa Marco Botteon iniziò subito la prima parte della costruzione; per contenere la spesa i giovani della parrocchia si addossarono quasi completamente l’onere della manodopera gratuita.
Pochi mesi più tardi e cioè il 2 marzo 1952, l’oratorio esisteva già nelle sue strutture più importanti; subito presero l’avvio non poche attività ed iniziative per merito soprattutto di un gruppo di giovani alcuni dei quali occuperanno in seguito dei posti di responsabilità alla direzione dell’azione cattolica diocesana e nella vita politica.
L’oratorio venne ultimato nel 1964-65 con la costruzione del secondo piano.
Attualmente sono presenti 5 aule per la dottrina, un salone-teatro e un salone nel seminterrato.
L'oratorio dispone anche di un ampio scoperto con un campetto da calcio e uno da pallavolo.